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La piramide della Democrazia Digitale

Tempo di lettura: 3 Minuti

(Estratto da Democrazia dello smartphone. Risorsa o pericolo?)

Accanto al modello piramidale proposto nell’articolo Sfera pubblica digitale e Datacrazia vedremo oggi la piramide della “Democrazia digitale”, dove il dominio dei big data viene sovrascritto dai “cittadini digitali”. Alla base della piramide, la “massa” è composta non più da cittadini follower-consumatori, ma da cittadini connessi e infovidui. Il Manifesto per la cittadinanza digitale” riporta al riguardo:

Sopra alcuni firmatari del Manifesto per la cittadinanza digitale. Da sinistra in alto: Mario Pireddu, Derrick De Kerckhove, Massimo Di Felice, Cosimo Accoto

La cittadinanza digitale promuove la sostituzione del soggetto politico aristotelico (zôon politikòn) con l’infoviduo: rete intelligente complessa, né soggetto né oggetto ma forma connettiva, aperta e mutante.
L’infoviduo è l’insieme indissociabile della persona fisica e di quella digitale, la prima organica e la seconda composta dall’insieme dei dati online e dei profili digitali.
Gli infovidui interagiscono tra loro attraverso la connessione a dispositivi, piattaforme e architetture digitali di interazione che estendono la partecipazione dagli spazi fisici ai bit.
L’infoviduo è portatore, oltre che di una coscienza individuale, anche di un inconscio digitale, formato dall’accumulo dei dati disponibili in rete, accessibili e potenzialmente controllabili.
La dimensione della negoziazione tra l’accesso e la protezione di dati e diritti dovrà seguire logiche di trasparenza. Una dichiarazione dei diritti e delle responsabilità dell’infoviduo dovrà includere il potere di controllo sui propri dati e sul loro uso, così come il libero accesso ai dati delle istituzioni pubbliche (open data).

Piramide della Democrazia digitale: vengono garantiti i diritti di cittadinanza digitale, la sfera pubblica torna ad elevarsi e ad ampliarsi grazie agli strumenti di e-democracy. – Elaborazione propria

La sfera pubblica si amplia con l’Internet of the things e i big data, che da una posizione verticistica di comando diventano parte integrante del dibattito pubblico, soggetti riconosciuti della sfera pubblica, trasparenti e accessibili a tutti, come osserva Massimo Di Felice nella mia intervista: “bisogna rivedere il concetto di società e conseguentemente anche di democrazia: bisogna pensare a delle nuove forme di architettura sociale all’interno delle quali, oltre agli umani, ci siano i non umani, ci siano i virus, ci siano i dati, ci siano i software”. Un concetto che può sembrare troppo avveniristico ma, a ben vedere, già oggi elementi come i “ghiacciai” o le “foreste” hanno una loro voce nel dibattito pubblico, supportata dai dati che forniscono continuamente grazie alle nuove tecnologie dell’IoT.

Lo schema della democrazia liquida di LQFB secondo il manuale del Partito Pirata italiano

Nella parte più alta della piramide, a metà tra “sfera pubblica” e “potere”, entrano le “piattaforme digitali”, delimitate da confini sfumati perché rappresentano uno strumento che non si limita soltanto a produrre l’opinione pubblica (come succede invece per i media digitali), ma permette anche l’esercizio di una democrazia deliberativa e diretta che sarà decisionale e vincolante per l’apparato governativo. Un’intelligenza collettiva di soggetti umani e non-umani che attraverso le piattaforme digitali si sostituisce ai parlamenti eletti, o sorteggiati, di tipo rappresentativo. Oltre alla funzione legislativa, i cittadini digitali esercitano anche quella di controllo, poiché la piattaforma garantirà la massima trasparenza dei processi democratici.

L’introduzione della politica deliberativa nella sfera pubblica, tramite piattaforme aperte a tutti i cittadini, contribuisce fortemente alla sua qualità, elevandola e responsabilizzandola. Un parlamento digitale composto da tutti i cittadini inevitabilmente comporterà la fine del regime competitivo dei partiti e delle campagne elettorali permanenti, rimettendo sui giusti binari l’interesse collettivo. Questo avrà verosimilmente un enorme impatto anche sulla qualità dell’informazione a tutti i livelli, e sulla tutela e trattamento dei dati personali.

Un banchetto del Partito Pirata tedesco, il primo in Europa ad imporsi a Berlino come prima forza politica organizzata attraverso la piattaforma digitale Liquid Feedback

Sulla cima della piramide c’è un “governo” pro-tempore eletto da tutti i cittadini digitali tramite la piattaforma, dove saranno fondamentali competenze e conoscenze, che dovrà svolgere le normali funzione amministrative. La piramide della democrazia digitale rappresenta una simmetria di potere tra “governati” (la massa) e “governanti” (i cittadini digitali) che grazie agli strumenti di e-democracy e ad una elevazione della sfera pubblica (inclusiva, informata e consapevole) possono rivestire contemporaneamente i due ruoli.

La leader del Partito della Rete argentino, in un suo famoso Ted Talk dove spiega come poter “upgradare” la democrazia grazie alle piattaforme digitali.

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